
Un racconto fotografico attraverso le vostre testimonianze ricordando “Bastian”
Il paesaggio è “l’insieme della realtà visibile che riveste o compone uno spazio più o meno grande, intorno a noi: cioè una realtà materiale che si sostanzia in forme, in fattezze visibili, rivestite di colori, e non di rado si esprime anche in suoni e odori” (LG).
Il paesaggio è dunque lo spazio percepito attraverso i nostri sensi ed elaborato da una complessa mediazione culturale ed inevitabilmente estetica.
Ma il paesaggio è anche molto di più: è un organismo pulsante di vita, con una storia precisa e un carattere in cui è possibile scorgere i segni lasciati da ogni epoca.
È una sorta di gigantesco archivio vivente del nostro passato, è la realtà presente della nostra vita quotidiana, è la base su cui costruire il futuro.
È l'espressione di uno stile, di un'identità collettiva, di un modo di vivere e di intendere il proprio mondo.
In montagna, più che altrove, andiamo alla ricerca del “bel paesaggio” che susciti in noi innanzitutto appagamento e meraviglia visiva, ma anche emozioni e sentimenti.
Inevitabilmente cogliamo il bello e il brutto del paesaggio che stiamo osservando e indugiamo su entrambi, provando sentimenti diversi.
E’ nostra intenzione raccogliere testimonianze fotografiche sui segni lasciati dagli interventi dell’uomo che abbiano un impatto visivo nel paesaggio montano.
Tutti noi incontriamo segni dell’attività umana durante le escursioni o gli avvicinamenti
alle montagne, ma il più delle volte li ignoriamo, pensiamo alla meta finale, la vetta.
Possiamo però documentarli, ricordando il nostro socio Sebastiano Damonte, “Bastian”.
Nel suo saggio “Pietre come testimoni” narra del nostro passato e racconta di percorsi
dell’entroterra di Arenzano nei secoli scorsi, con uno sguardo particolare all’attività contadina durante la fienagione.
Mette in luce l’importanza delle “vie di comunicazione” ed è rafforzato dalla convinzione che il SENTIERO è “l’unica via maestra” necessaria ai camminatori per conoscere la montagna e il paesaggio, vivere l’ambiente naturale e… ritornare alla propria dimensione umana.
Ricorda inoltre che “ la montagna non deve essere di supporto alle nostre gesta, ma l’ambiente del quale siamo ospiti; le tracce del nostro passaggio dicono il grado della nostra civiltà”
Creiamo un repertorio di immagini da incrementare nel tempo con la collaborazione
di tutti coloro che vorranno aiutarci.
Tema del concorso fotografico: L’uomo e i segni lasciati nel paesaggio montano
Ambito fotografico: territori comunali del Parco Regionale del Beigua
Termine presentazione opere fotografiche: 31 luglio 2021
REGOLAMENTO del 1°Concorso Fotografico
Termine presentazione opere – 31 luglio 2021
Esposizione opere – luogo e data da definire (saranno comunicati via mail ai partecipanti) Invio esito concorso – verrà comunicato via mail ai partecipanti Premiazione e proiezione immagini premiate ed ammesse - verrà comunicata via mail ai partecipanti
1. Andrea Parodi
2. Angela Damonte
3. Giancarlo Cuni
1° Classificato. Libro: "Pietre come testimoni" a cura di Sebastiano Damonte e coppa 1° class
2° Classificato. Libro: "Pietre come testimoni" a cura di Sebastiano Damonte e coppa 2° class
3° Classificato. Libro: "Pietre come testimoni" a cura di Sebastiano Damonte e coppa 3° class
a tutti gli altri classificati verranno rilasciati dei gadget.
Modulo di partecipazione al concorso fotografico
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